Per evitare gli sprechi ci sono dei limiti alla temperatura dei termosifoni che variano a seconda della zona geografica in cui ci si trova.
All’interno del Decreto n. 412 del 26 agosto 1993 relativo agli impianti di riscaldamento ci sono delle regole che riguardano i consumi energetici, integrate dal DPR 551/99. Per la precisione si tratta di limiti previsti per la temperatura degli ambienti interni che variano a seconda della località in cui si trova l’abitazione o l’edificio. Se i termosifoni si alzano oltre la soglia, si rischia una multa.
Quando si accende il riscaldamento nel periodo invernale i limiti previsti dal decreto sono di 18°C con una tolleranza di 2°C per gli ambienti industriali, e di 20°C + 2°C per quanto riguarda tutti gli altri. In questa seconda categoria rientrano le abitazioni, a cui possono essere concesse delle deroghe se accuratamente motivate, ad esempio con documentazione medica.
Rimangono esclusi dalle regole le strutture con funzione ospedaliera, comprese le cliniche private. Allo stesso modo i limiti di temperatura sopra indicati non si applicano alle case di riposo, ai centri di recupero per i tossicodipendenti e agli asili nido visto. Sono tutti edifici che ospitano soggetti fragili e che vanno perciò considerati in modo separato.
Chi esegue i controlli sulla temperatura dei termosifoni
Per verificare che non si ecceda con l’utilizzo del riscaldamento la polizia locale conduce delle verifiche che possono essere di due tipi. Ci sono infatti dei controlli svolti su base campionaria per monitorare i consumi di ogni area a cui però possono affiancarsi delle ispezioni in seguito a segnalazioni ricevute. La responsabilità riguarda i singoli, anche all’interno dei condomini.
All’interno delle unità condominiali infatti sebbene l’amministratore abbia il dovere di vigilare sui consumi non sono i diretti responsabili in caso di violazione. Parlando di cifre, il documento a cui fare riferimento è il Testo unico dell’Edilizia. Questo prevede che la multa a carico di chi mantiene negli ambienti una temperatura troppo alta possa variare fra i 516 e i 2.585 euro.
A queste cifre possono aggiungersi ulteriori sanzioni in caso gli impianti per la climatizzazione invernale non abbiano ricevuto un’adeguata manutenzione. In caso non sia stata controllata la caldaia la multa parte da un minimo di 500 euro e può arrivare fino a 3.000, e se il suo documento non risulta aggiornato si pagano altri 600 euro. L’aggiornamento va eseguito una volta all’anno.