La cessione del quinto dello stipendio può risolvere tantissimi problemi di liquidità: come funziona e chi può richiederlo?
La cessione del quinto dello stipendio è un prestito personale che si fa attraverso un ente finanziatore, cioè solitamente una banca o un istituto finanziario. Possono usufruire di questo particolare prestito i lavoratori dipendenti e i pensionati, mentre sono esclusi da questo tipo di sistema di finanziamento i lavoratori autonomi e in genere coloro che non possono contare su un reddito stabile.
Come spiega benissimo il nome la cessione del quinto consiste nel chiedere un prestito a un istituto di credito e a una banca promettendo di ripagarlo a rate fisse cedendo un quinto del proprio stipendio o della propria pensione.
In questo modo si potrà avere immediatamente a disposizione una certa somma da impiegare per qualsiasi spesa o necessità personale. Trattandosi di un prestito non finalizzato, il richiedente non sarà nemmeno tenuto a specificare per cosa impiegherà il denaro preso a prestito con la cessione del quinto.
Dopo aver ricevuto il prestito, il richiedente dovrà restituire il denaro attraverso un percorso di rateizzazione da 10 o 24 rate il cui ammontare corrisponderà appunto alla quinta parte del suo stipendio. Per fare un esempio concreto, un pensionato con 1000 Euro di pensione mensile potrà chiedere un prestito di 3.000 Euro alla banca e potrà restituirlo in 15 rate da 200 Euro ognuna.
Requisiti per chiedere la cessione del quinto
Sia i lavoratori dipendenti sia i pensionati che possono teoricamente accedere alla cessione del quinto devono però soddisfare dei requisiti minimi di affidabilità.
Tali requisiti sono:
- Contratto a tempo indeterminato
- residenza in Italia
- massimo 63 anni di età
- nel caso di un’azienda privata, assicurabilità dell’azienda in questione.
Quest’ultimo punto significa che la banca si assicurerà che l’azienda di cui il richiedente è dipendente sia abbastanza solida da poter assicurare con regolarità lo stipendio al suo lavoratore. Sarà infatti l’azienda a dover trattenere dallo stipendio del dipendente il quinto destinato alla restituzione del prestito per versarlo direttamente all’ente prestatore.
Per quanto riguarda invece i pensionati, questi ultimi dovranno necessariamente avere meno di 90 anni, spesso anche meno di 85 per diversi istituti di credito e dovranno avere una pensione tale che, anche sottraendo il quinto da destinare alla restituzione del prestito, la somma rimanente sia pari o superiore alla pensione minima. In pratica la legge tende ad assicurarsi che, pur di restituire un prestito, un pensionato non riduca se stesso sotto la soglia di povertà.