Importanti novità riguardanti la Certificazione Unica in arrivo nel 2025: vediamo tutti i dettagli e quale fascia di lavoratori riguarderà.
Sembra che non ci siamo un momento di pace per quanto riguarda i vari documenti ufficiali che ogni anno siamo tenuti a presentare. Oggi vi vogliamo indicare le modifiche sostanziali che ci saranno per la Certificazione Unica ma non sono valide per tutti.
La modifica rientra nel progetto di razionalizzazione degli adempimenti fiscali e avrà come obiettivo quello di alleggerire gli obblighi in capo ai sostituti d’imposta relativi ai compensi da erogare a partire dal 1° gennaio 2024. Ecco tutti i dettagli.
Il 12 gennaio sorso, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il Decreto legislativo sulle semplificazioni degli adempimenti tributari, introducendo importanti cambiamenti riguardanti le dichiarazioni fiscali: si tratta di un significativo contributo all’implementazione della riforma fiscale. Ma non solo.
Il decreto legislativo ha apportato importanti modifiche all’articolo 4 del Decreto n. 322 del Presidente della Repubblica, stabilendo che a partire dal periodo d’imposta 2024 (Certificazione Unica 2025), i sostituti d’imposta non saranno più tenuti a trasmettere la certificazione unica ai titolari di partita Iva che hanno aderito al regime forfettario.
Insomma, tale esenzione dall’adempimento riguarda esclusivamente coloro che hanno scelto di aderire ai suddetti regimi fiscali, costituendo uno degli elementi di semplificazione per i contribuenti. La ragione di questa decisione è legata all’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i titolari di partita Iva. Questo rappresenta un passo avanti importante rispetto alle precedenti esenzioni per i titolari di Partita Iva con ricavi inferiori a 25.000 euro.
Dal 1° luglio 2022, la fatturazione elettronica è stata estesa, infatti, anche a coloro che hanno registrato ricavi superiori a 25.000 euro nel anno precedente. Questa estensione ha coinvolto anche i titolari di partita Iva che rientrano nel regime forfettario, di vantaggio o sono associazioni sportive dilettantistiche, associazioni senza fini di lucro e pro loco, rispettando le disposizioni della legge n. 398 del 16 dicembre 1991, con proventi commerciali inferiori a 65.000 euro.
Il “nuovo” decreto legislativo, in poche parole, attuerà dunque una delle fasi cruciali della riforma fiscale, rivisitando le scadenze fiscali e introducendo l’obbligo di aderire alla fatturazione elettronica. Inoltre, si aggiunge l’abolizione dell’obbligo di trasmissione della certificazione unica per i contribuenti che hanno scelto il regime forfettario e dei minimi, a partire dal 2025.
Infine, la trasmissione dei dati relativi ai compensi, attraverso il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, renderà dunque obsoleto l’invio manuale della certificazione unica. Questa modifica semplificherà ulteriormente gli adempimenti per i forfettari e i minimi, contribuendo ad una gestione più semplice ed efficiente dellle nuove disposizioni fiscali.
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