Case popolari 2024: è vero che si può non pagare l’affitto? Cosa dice la legge

Cosa accade se non si paga l’affitto quando si vive nelle case popolari? Scopriamo insieme di cosa parliamo.

Che cosa accade se non si paga l’affitto delle case popolari? È possibile ottenere lo sfratto? Anche se sappiamo che avere un tetto sulla testa e un diritto di tutti, non è detto che se non si paga l’affitto di una casa popolare si è certi al 100% di non essere sfrattati.

Si viene sfrattati se non si paga l'affitto delle case popolari?
Cosa accade se non si paga l’affitto delle case popolari- (ecodibasilicata.it)

Infatti, chi non paga il canone mensile per l’affitto di una casa popolare, il rischio che corre è quello di perdere addirittura il diritto dell’abitazione. In ogni caso, vi è una norma che va disciplinare il rapporto fra locatario e inquilino, una legge ben diversa da quella tra i privati.

Cosa accade se non si paga l’affitto delle case popolari

In base a ciò che afferma la norma, coloro che gestiscono le case popolari hanno una possibilità di andare avanti con un ricorso diretto presso il tribunale, facendo sì che venga sfrattato l’inquilino moroso.

In ogni caso, prima che si dia inizio a questo percorso, ci sono altre cose che l’ente compie per cercare di ottenere la somma. Se non si paga il canone, l’ente quindi va ad inviare una richiesta di pagamento in cui si va a chiedere di saldare il debito entro 30 giorni con la possibilità anche di rateizzare anche se in questo caso verranno applicati degli interessi.

Non pagare l'affitto-
Non pagare l’affitto (ecodibasilicata.it)

Ma se anche in questo caso, se il coinquilino continua a non pagare, vedrà decadere il beneficio della rateizzazione e quindi l’ente andrà avanti con un procedimento di sfratto. Per ciò che concerne i tempi di tolleranza, questi variano in base all’ente e al territorio.

Dopo aver dato il via al procedimento di sfratto, il giudice invia all’inquilino l’ingiunzione di pagamento, ingiunzione che deve pagare entro 40 giorni da quando riceve la notifica. Se ciò non accade, si passerà allo sfratto vero e proprio. Inoltre l’inquilino potrà anche subire il pignoramento di beni mobili al fine di vedere saldato il debito.

In ogni caso c’è da dire che a causa della crisi economica, nel corso degli ultimi anni sono stati organizzati diversi fondi per la morosità incolpevole. Si tratta di fondi regionali che sono nati durante la pandemia e che continuano a persistere ancora oggi. Si tratta di contributi differenti che variano in base alle zone e che sono indirizzati a coloro che non hanno pagato l’affitto a causa di morosità incolpevole.

All’interno del decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è possibile leggere che la morosità incolpevole altro non è che una “situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo a ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare“.

Ed è per tale ragione che esistono quindi dei contributi insieme alla possibilità di vedere sospeso lo sfratto. All’interno dell’articolo 215 specifica In quali situazioni tutto ciò avviene, ossia:

  • Perdita di lavoro a causa di licenziamento;
  • accordi sindacali o aziendali in cui viene ridotto l’orario di lavoro contributo;
  • cassa integrazione;
  • mancato di rinnovo di contratto a termine;
  • gestazione dell’attività di libero professionista;
  • malattia grave, infortunio o il decesso di un componente del nucleo familiare che comporta la riduzione del reddito complessivo.