Prima di vendere o acquistare un immobile è necessario un preoccuparsi di un dato fondamentale per il mercato della compravendita delle case.
Chi vuol acquistare una casa sa che prima di spendere è consigliabile provvedere a vari aspetti burocratici ed economici. E lo stesso vale per chi vuole vendere. Il primo passo per chi acquista, di solito, è quello valutare il proprio budget, determinando quanto ci si può permettere. Si passa poi a cercare un mutuo o a capire se la propria situazione permette la richiesta di un finanziamento.
Eppure, prima di guardare a questi aspetti e di definire in modo più specifico le proprie esigenze abitative e preferenze (per esempio in termini di dimensioni, ubicazione e caratteristiche dell’immobile), bisognerebbe preoccuparsi di esaminare attentamente il mercato immobiliare per valutare le opzioni disponibili e mettersi al riparo da affari sconvenienti.
Quando ci si accosta a delle case, da vendere o comprare, bisogna saper calcolare il valore catastale degli immobili. Ecco dunque una vera discriminante che spesso non viene tenuta in considerazione durante le valutazioni per le compravendite. Ci si preoccupa per esempio delle ispezioni approfondite delle case per saggiare le condizioni strutturali e degli impianti, ma non si bada al catasto…
Eppure il calcolo del valore catastale, quando si tratta di casa, è un dato fondamentale, e non solo a fini fiscali: senza, vendere e acquistare diventa più rischioso. Il valore catastale rappresenta la base imponibile sulla quale viene applicata l’aliquota per il calcolo delle tasse sull’immobile. Senza, è impossibile capire dunque il vero prezzo di una casa. E neanche la sua categoria. Ci sono, infatti, case considerate di lusso, altre civili, popolari o ultrapopolari.
Vendere e acquistare un immobile: la verifica da fare per le case
Chi compra una casa deve sapere quanto gli costerà l’imposta sulle successioni e quella sulle donazioni. E per farlo deve per forza basarsi sul valore catastale. Per ogni calcolo del valore catastale si parte sempre dalla rendita catastale dell’anno di riferimento. Un dato variabile a seconda della categoria catastale di cui fa parte l’immobile. A questo dato poi si applica poi un particolare moltiplicatore.
La rendita catastale è il valore che l’Agenzia delle Entrate prevede per ogni immobile. Se una casa è considerata di lusso costerà più in termini di IMU. Se è popolare avrà un’aliquota differente. E questa differenza si può ottenere solo sul valore catastale. Come? Prendendo in considerazione superficie e numero di vani dell’immobile insieme al suo volume. E poi anche la tariffa di estimo unitaria, cioè il valore che dipende dal Comune in cui l’immobile è ubicato.
E così si arriva al momento del calcolo. Per calcolare il valore catastale delle case prima di un acquisto o di una vendita è necessario prendere la rendita catastale rivalutata e moltiplicarla per un coefficiente catastale, che cambia in base alla categoria degli immobili.
Prima però bisogna ottenere la rendita catastale rivalutata. Come? Aumentando la rendita stessa del 5%. Invece per calcolare il valore catastale si devono conoscere anche i coefficienti catastali delle singole categorie. Per le abitazioni principali, con l’esclusione della A1, A7 e A8, il coefficiente è di 115,5.
Categoria A (tranne A10) e C(tranne C1) hanno un coefficiente di 126. Gli immobili di categoria A10 e D rivelano un coefficiente di 63. La categoria è 176,4. Per la categoria C1 e E il coefficiente catastale è di 42,84. Da qui il calcolo: rendita catastale più il 5% della rendita catastale, il tutto moltiplicato per il coefficiente catastale.