Quali dettagli della busta paga rendono l’importo complessivo più elevato? Tutto quello che bisogna controllare e verificare
La busta paga è il documento più atteso del mese da parte di ogni lavoratore, che riporta l’ammontare complessivo della retribuzione e non solo. Si compone infatti di una ricca serie di dettagli e sezioni che è bene conoscere per due motivi.
Anzitutto per verificare che tutto sia corretto e non vi siano errori che, altrimenti, andranno segnalati. In secondo luogo perché alcune misure applicate ad essa consentono di renderla più ricca. Facciamo chiarezza analizzando nel dettaglio come leggere una busta paga consegnata dal datore di lavoro al dipendente.
Quando si riceve una busta paga l’occhio cade, chiaramente, per prima cosa sull’importo netto che è il ‘risultato’ di tutti gli elementi positivi. Ovvero le competenze fisse e quelle variabili alle quali vengono sottratte voci quali l’Irpef, i contributi a carico del lavoratore, le addizionali comunali e quelle regionali, ma non solo.
In sintesi si può dividere il cedolino in quattro parti. Quella più in alto riporta gli elementi fissi della retribuzione. La parte centrale mostra invece gli elementi variabili della retribuzione ovvero gli straordinari e le eventuali trattenute dovute, ad esempio, alle assenze non retribuite. Troviamo poi una parte medio-inferiore che riporta la tassazione Irpef, le addizionali e i contributi Inps. Ed infine una parte inferiore riguardante le ferie ed i permessi maturati.
Vi sono cinque modifiche importanti introdotte dalla legge di bilancio 2024. Ovvero il taglio del cuneo fiscale per tutto il 2024 con la riduzione dell’aliquota contributiva del 7% o del 6% a fronte di una retribuzione imponibile rispettivamente non superiore a 1923 r 2692 euro al mese. La riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre (la fascia di reddito 15-28mila euro passa al 23%).
E ancora la variazione della soglia dei fringe benefit (limiti di 1000 euro per tutti i lavoratori dipendenti e 2000 euro per lavoratori con figli a carico). Le altre due novità sono il bonus mamme lavoratrici e la detassazione dei premi di produttività. Nel primo caso si fa riferimento all’esonero contributivo del 100% previsto per le madri con tre o più figli per un massimo di 3000 euro e fino al raggiungimento del 18esimo anno del terzo. Anche se nel 2024 questa misura riguarda anche le madri con due soli figli e fino al raggiungimento del decimo anno del secondo. Nel secondo caso si riduce al 5% l’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività, prima al 10%.
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