Brutte notizie per i pensionati nel mese di maggio, ci sarà un ritardo nel pagamento e non solo: gli importi saranno minori!
Il mese di maggio porta con sé brutte notizie per i pensionati italiani. Non solo le pensioni saranno pagate con un giorno di ritardo a causa del festivo del 1° maggio, ma anche il cedolino di pagamento sarà una fotocopia di quello di aprile, con tante trattenute che pesano sulle tasche degli anziani.
Questo evento non è una scelta dell’INPS, ma una conseguenza inevitabile dei giorni festivi che impediscono le operazioni bancarie e postali. Quindi, le pensioni di maggio saranno accreditate il 2 maggio, il primo giorno bancabile dopo il festivo. Tuttavia, il disagio del ritardo è solo il preludio a una serie di trattenute che impatteranno sulle entrate dei pensionati. Non ci saranno aumenti, solo la consueta marea di detrazioni fiscali e sociali. Andiamo a vedere quali saranno.
L’Italia si trova al sesto posto in Europa per il peso degli oneri fiscali e sociali, gravando pesantemente nei cedolini pensionistici. Questo mese, come il precedente, vedrà le stesse trattenute applicate, con poche o nessuna novità positiva per gli anziani. Il motivo principale di queste trattenute risiede nei conguagli effettuati dall’INPS. Coloro a cui è risultato un debito al termine del ricalcolo a consuntivo del 2023 subiranno trattenute per estinguere questo debito.
L’INPS recupera il debito dalle rate di pensione di gennaio e febbraio, estendendolo anche alle mensilità successive, se necessario. In particolare, i pensionati con un trattamento fino a 18.000 euro annui e un debito superiore a 100 euro vedranno le trattenute protrarsi fino a novembre 2024. Questo aggiunge un ulteriore peso finanziario per gli anziani con redditi limitati.
Oltre ai conguagli, le trattenute includono la ritenuta Irpef in acconto per il 2024, calcolata sulle nuove aliquote introdotte dalla legge di Bilancio. Questo mese vedrà anche il recupero delle addizionali regionali e comunali relative al 2023, con trattenute che continueranno fino a novembre.
La situazione finanziaria dei pensionati italiani rimane quindi precaria, con il peso delle tasse e delle trattenute che continua a gravare sulle loro entrate. Questo solleva interrogativi sulla sostenibilità delle pensioni nel lungo termine e sull’efficacia delle politiche fiscali attuali nel garantire il benessere degli anziani.
In conclusione, mentre il ritardo nel pagamento delle pensioni di maggio può sembrare un inconveniente minore, le numerose trattenute applicate evidenziano una realtà più ampia di difficoltà finanziarie per gli anziani italiani.
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