Anche in termini di bonus, il nostro Paese dimostra ancora una enorme differenza tra uomo e donna. La situazione paradossale.
Il nostro Paese sconta un inaccettabile divario tra uomo e donna, soprattutto per ciò che concerne il mondo del lavoro. Le donne, infatti, continuano a essere discriminate o non valorizzate rispetto ai corrispettivi professionali di sesso maschile. Anche la notizia che vi diamo oggi e che riguarda moltissime lavoratrici è l’emblema di un Paese che, ancora, ha molti passi da fare per dirsi effettivamente evoluto.
Il gender gap, in Italia, non è solo in termini di diritti, di visione, di lessico e di lingua. È, soprattutto, fortissimo per ciò che riguarda l’economia e il mondo del lavoro. Le donne, tendenzialmente, occupano meno luoghi apicali rispetto agli uomini. E anche i loro stipendi, a parità di incarico, spesso sono più bassi.
L’Italia, dunque, è un Paese che ancora deve fare molti passi in avanti. Pensate che nemmeno con la meritoria politica dei bonus si riesce a mettere uomini e donne sullo stesso piano. Ecco il paradosso che vivono migliaia di donne lavoratrici: se richiedono e ottengono questo bonus, hanno uno stipendio inferiore. Assurdo!
Nonostante una platea di potenziali beneficiarie molto più ampia, solo poco più del 40% delle madri lavoratrici con contratto a tempo indeterminato ha ottenuto il Bonus Mamme. Questo incentivo, introdotto per sostenere le madri lavoratrici, prevede un esonero integrale fino a 3.000 euro annui, con uno sgravio massimo in busta paga di 250 euro al mese.
Secondo i dati INPS, a maggio 2024 le beneficiarie del Bonus Mamme erano 484.730, un numero significativamente inferiore rispetto alle stime del Governo. Molte donne, pur avendo i requisiti, non hanno richiesto il bonus per timore di aumentare l’imponibile IRPEF, rischiando così di perdere altri benefici fiscali. Un vero e proprio paradosso che tratteggia alla perfezione il fatto che l’Italia, ahinoi, non sia ancora un Paese per donne. Ma diamo qualche numero. Ad esempio, chi si trova al limite dello scaglione dei 15.000 euro potrebbe perdere il trattamento integrativo fino a 1.200 euro annui. Inoltre, il Bonus Mamme non è compatibile con il taglio del cuneo fiscale, che può arrivare fino a 247 euro al mese.
Il bonus, promosso dal Governo presieduto da Giorgia Meloni, è destinato alle lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, ad eccezione delle lavoratrici domestiche. È rivolto alle madri con due figli (con il più grande di età inferiore ai 10 anni) o con almeno tre figli (di cui uno minore). Per ottenere l’esonero, nel triennio 2024-2026 è necessario avere almeno tre figli, mentre per il solo 2024 ne bastano due.
L’ottenimento del bonus non è automatico: spetta alla lavoratrice inviare una comunicazione al datore di lavoro per informarlo della propria volontà di beneficiare della misura. In alternativa, si può trasmettere direttamente all’INPS, attraverso il portale “Utility Esonero Lavoratrici Madri”, i codici fiscali e i dati anagrafici dei propri figli.
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