Bruno Vespa è, forse, il giornalista televisivo più conosciuto, e ogni tanto si rende protagonista di episodi che lasciano tutti senza parole.
Chissà se alla fine la spunterà lui, Bruno Vespa, o sarà Enrico Mentana, o addirittura Sky a predisporre il salotto in cui Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, ed Elly Schlein, prima segretaria donna del Partito Democratico, avranno il loro faccia a faccia. Sicuramente, Porta a porta, storico talk show di RaiUno in cui il giornalista abruzzese si occupa di tanti temi, ma soprattutto di politica, è uno dei maggiori candidati per il dibattito tra le due leader di maggioranza e opposizione.

Da esperto qual è della cosa pubblica, il quasi ottantenne che ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo nella redazione del Tempo (ma per lo sport) ha avuto modo di scrivere tanti libri nel corso degli anni – è arrivato a quota 70 -, e l’ultimo, Il rancore e la speranza. Ritratto di una nazione dal dopoguerra a Giorgia Meloni, in un mondo macchiato di sangue, oltre ad avere avuto un grande successo di pubblico, pare avere anche sollevato qualche dubbio.
Bruno Vespa e la promozione ‘sospetta’ de Il rancore e la speranza, il suo ultimo libro
Da giornalista, infatti, a Vespa non è consentito prestare il volto per promozioni pubblicitarie, a meno che non riguardino sé stesso. Come ha fatto notare il settimanale DiPiùTv, con la sua ultima fatica letteraria, di pubblicità il conduttore se n’è fatto parecchia.
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Ovviamente in Rai, ma anche in Mediaset e a La7, Vespa è stato spesso ospite di programmi per promuovere Il rancore e la speranza, monopolizzando (quasi) per un mese la televisione per quanto è riuscito a mostrare “porta a porta” il libro appena concluso che, come abbiamo detto, ha avuto un grande successo soprattutto grazie alle feste natalizie che si sono appena concluse.
E ci mancherebbe. La sua promozione, infatti, è ben giustificata. Lo stesso settimanale che ha notato la stranezza, ha spiegato come il libro si distingua per “l’eterna vivacità e prontezza nel cogliere gli aspetti più salienti dell’attualità e nel trasformarli, stavolta, in un romanzo storico“. Ma se non riesce lui, chi dovrebbe farlo?