Un prezioso bonus ‘salute’ il cui importo può superare i 500 euro: quali sono i requisiti e le regole da seguire per ottenerlo.
Ammalarsi in Italia non significa, nel contesto lavorativo, essere lasciati a sé stessi in quanto esistono diversi strumenti a tutela del lavoratore dal punto di vista economico. Riducendo ai minimi termini il rischio di restare senza un’occupazione proprio grazie a tutte le tutele esistenti che il datore di lavoro è tenuto per legge a rispettare.
In tale contesto è dunque interessante entrare nel merito del cosiddetto bonus ‘salute’, del quale sono state fornite una serie di indicazioni in una circolare datata 6 maggio sulla quale sono presenti tutti gli strumenti attivi nel corso dell’anno e collegati alla malattia, oltre che a maternità e paternità. Scopriamo dunque di che cosa si tratta ed in quali casi l’importo erogato può raggiungere i 517 euro mensili.
Nella circolare, dicevamo, sono presenti tutte le convenzioni per malattia, oltre che per paternità e maternità, aggiornate e comprendono anche la retribuzione minima giornalieri oltre che specifiche prestazioni economiche riguardanti alcune tipologie di lavoratori. Ci concentriamo in particolare sugli importi indicati dall’Inps e da prendere come riferimento, per malattia e degenza. Si tratta infatti del limite minimo sia di retribuzione giornaliera che degli altri valori per poter calcolare le retribuzioni dovute per malattia. Il tutto tenendo conto anche della variazione dei prezzi al consumo per le famiglie con riferimento ai dati Istat del 2023.
Entrando nel merito, il valore minimo giornaliero di legge è pari a 56,87 euro per i lavoratori assenti per malattia e tubercolosi. L’indennizzo Inps cambia per i lavoratori agricoli a tempo determinato, il minimo è di 50,59 euro, e per i piccoli coloni e compartecipanti familiari le cui prestazioni economiche sono basate sul reddito medio giornaliero pari a 61,98 euro.
Per i lavoratori autonomi si passa a 56,87 euro per gli artigiani e i commercianti, a 31,60 euro per i pescatori e a 50,59 euro per coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali, mezzadri. Quando si arriva a 537,56 euro mensili? Nel caso degli iscritti alla gestione separata dei lavoratori autonomi e nello specifico per i collaboratori e altre figure non assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie (per i quali è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL, altrimenti si scende a 517,46 euro). Il tutto su un minimale di reddito di 18.415,00 euro. Per i liberi professionisti e per i lavoratori sportivi dell’area del dilettantismo l’importo è 400,6 euro.
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