Il bonus Renzi spetta anche a chi è in pensione? Scopriamo cosa dice la normativa in vista del 2024.
Il bonus Renzi è un trattamento integrativo, conosciuto anche come bonus IRPEF, che permette di ottenere €100 in più in busta paga. Si tratta di un importo netto che non aumenta il reddito imponibile e che spetta ai lavoratori dipendenti, ai disoccupati in regime di indennità Naspi, ai disoccupati in regime Dis-Cool e ai disoccupati agricoli. E i pensionati?
Attualmente in alcune categorie di lavoratori e di disoccupati hanno la possibilità di ottenere un trattamento integrativo di €100 netti in busta paga a titolo di ex bonus Renzi.
Si tratta di una sorta di rimborso IRPEF che viene erogato solo a specifiche categorie di lavoratori che rispettano limiti reddituali ben precisi.
In base a quanto stabilito dalla normativa che disciplina l’ex bonus Renzi, per i pensionati le cose stanno diversamente.
Bonus Renzi spetta anche a chi è in pensione?
Il bonus Renzi spetta ai lavoratori dipendenti e ai disoccupati che rispettano determinati limiti reddituali. Non è previsto il riconoscimento del trattamento integrativo conosciuto come ex-bonus Renzi ai pensionati. Per questa categoria di cittadini infatti l’abbattimento dell’Irpef può avvenire solo tramite le normali detrazioni.
Tuttavia, in base a quanto stabilito dalla legge, nulla vieta al pensionato di poter svolgere un’attività lavorativa subordinata che permette di godere del trattamento integrativo di cui sopra. In questo caso l’ex-bonus Renzi è riconosciuto direttamente nella busta paga del pensionato.
Ma affinché questo sia possibile è necessario rispettare un limite di reddito che, dal 2023, è fissato a €15.000 lordi.
Con l’ultima riforma fiscale il limite da rispettare per ottenere l’ex bonus Renzi è stato abbassato da 28.000€ a €15.000 lordi. Tutto ciò ha reso decisamente più complicato per i pensionati accedere al trattamento integrativo.
Tuttavia, a differenza di quello che si potrebbe credere, il limite reddituale non rappresenta la somma della pensione e del lavoro dipendente, ma fa riferimento solo al reddito derivate dall’attività di lavoratori subordinato.
Dunque i redditi della pensione non sono considerati nel suddetto limite. Infatti, in base a quanto stabilito dall’apposito decreto legge, affinché venga riconosciuto il trattamento integrativo non bisogna considerare i redditi che derivano da:
- pensioni di ogni genere
- compensi percepiti dai lavoratori soci delle cooperative di produzione e lavoro
- indennità e compensi percepiti a carico di terzi dai prestatori di lavoro dipendente
- compenso percepito a titolo di borsa di studio o di premio
- compenso percepito per il ruolo di amministratore, sindaco o revisore di società
- prestazioni pensionistiche complementari.