Reati contro il patrimonio: approvata all’unanimità la legge che rafforza la tutela e potenzia il contrasto al traffico illecito dei beni culturali
I beni culturali hanno grande importanza culturale, artistica, storica e scientifica. Tuttavia sono spesso oggetto di reati tra cui saccheggi, furti e traffici illeciti.
Ciò ha un impatto devastante sul patrimonio culturale all’interno e all’esterno dell’Unione Europea, in particolare nelle zone di crisi e di conflitto.
Il traffico di beni culturali consiste in attività illecite di importazione, esportazione e trasferimento di proprietà di opere del patrimonio culturale, vale a dire oggetti di importanza per l’archeologia, preistoria, storia, letteratura, arte o scienza.
Può assumere diverse forme, come furto da istituti di tutela del patrimonio culturare o da collezioni private, saccheggio di siti archeologici oppure trasferimento di opere a causa della guerra.
Per proteggere efficacemente il patrimonio culturale dal traffico illecito sono necessari un solido quadro legislativo, la cooperazione internazionale e una solida base di prove e progetti ben mirati.
Affrontare questo fenomeno criminale complesso e intrinsecamente transnazionale richiede una risposta ad hoc a livello dell’UE, come stabilito dalla strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza 2020-2025 e dalla strategia dell’UE per la lotta alla criminalità organizzata 2021-2025.
Il 13 dicembre 2022 la Commissione europea ha presentato il piano d’azione dell’UE contro il traffico di beni culturali, il quale intende scoraggiare efficacemente i criminali, far fronte all’evolversi delle minacce alla sicurezza e tutelare il patrimonio culturale all’interno e all’esterno dell’UE.
Il piano d’azione si basa sull’attività già esistente dell’UE e affronta le sfide attuali migliorando la prevenzione e l’individuazione dei reati da parte degli operatori del mercato e delle istituzioni preposte alla tutela del patrimonio culturale, rafforzando le capacità delle autorità giudiziarie e di contrasto e promuovendo la collaborazione internazionale, anche con i paesi di origine e di transito dei beni culturali nei conflitti e nelle crisi.
La direttiva 2014/60/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro ha introdotto disposizioni che consentono agli Stati membri dell’UE di ottenere la restituzione nel loro territorio dei beni culturali usciti in violazione delle misure nazionali.
Il regolamento (CE) n. 116/2009 del Consiglio, relativo all’esportazione di beni culturali, garantisce controlli uniformi alle frontiere esterne dell’UE subordinando le esportazioni alla presentazione di una licenza. Le persone fisiche possono ottenere tale documento tramite le autorità competenti degli Stati membri e tale documento è valido in tutta l’UE.
Il regolamento (UE) 2019/880 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativo all’introduzione e all’importazione di beni culturali, stabilisce norme sull’importazione nell’UE di beni culturali esportati dal loro paese di origine.
Inoltre vari strumenti disciplinano la lotta contro il traffico illecito di beni culturali a livello internazionale: il più importante di questi strumenti è la convenzione dell’UNESCO del 1970, concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) è un partner affidabile ed esperto dell’UE nella lotta al commercio illecito di beni culturali, che ha attuato diversi progetti finanziati dall’UE come coinvolgere il mercato europeo dell’arte nella lotta al traffico illecito di beni culturali, il quale ha offerto formazioni sul dovere di diligenza, sulle politiche e sui regolamenti esistenti a livello internazionale e dell’UE, nonché sul ruolo della polizia e delle dogane, sul traffico illecito e sui reati connessi.
Nel 2018 l’UE e l’UNESCO hanno collaborato a un progetto volto alla formazione delle autorità giudiziarie e di contrasto negli Stati membri ai fini dell’identificazione, delle indagini e della cooperazione in materia di traffico illecito. Nell’ambito del progetto i co-organizzatori hanno pubblicato un kit di strumenti per le autorità giudiziarie e di contrasto europee.
Inoltre l’UNESCO si è prefissato di proteggere il patrimonio culturale e la diversità nelle emergenze complesse per la stabilità e la pace, mirando a stabilizzare e salvaguardare con urgenza la popolazione e il patrimonio culturale di Iraq, Libia, Siria e Yemen.
Infine c’è il progetto che era rivolto a beneficiari degli Stati membri dell’UE, dei paesi in fase di preadesione dei Balcani occidentali e dei paesi partner dello strumento europeo di vicinato (ENI) Sud.
Il progetto ha rafforzato le competenze dei professionisti chiave e stimolato nuove sinergie tra un’ampia gamma di professionisti:
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