Si trova incastonato in un paesaggio degno della più selvaggia morfologia alpina, e invece si trova nel suggestivo fondo dello “stivale”. Perché visitarlo.
L’avvicinamento al Natale e alla fine dell’anno andrà progressivamente accelerando nei giorni a venire. Si penserà ad organizzare le feste, con i suoi incontri, i suoi momenti di augurio e condivisione; il tutto anticipato dalla corsa ai regali e dalla saturazione commerciale all’interno delle grandi città. In fondo, però, si tratta per taluni di settimane fortunate, se ben spese e organizzate, dato che possono costituire una prima importante occasione di riposo nella lunga stagione lavorativa infraannuale.
Come sfruttare queste settimane? Per gli appassionati non ci sono dubbi: organizzando un bel viaggio. Anzi, è nella programmazione di vita di talune famiglie la partenza periodica verso mete consuetudinarie o case di villeggiatura ereditate dalla propria generazione. In altri casi, ci si organizza per la tradizionale settimana bianca” se si vuole dar sfogo alla passione per lo sci su altezze opportunamente innevate.
L’orizzonte di un viaggio si presenta come un’opportunità per i viaggiatori più sui generis di cercare, nella grande mappa del globo, un luogo dove godere di un clima caldo, se non addirittura di sfruttare il costume lanciato all’interno del bagaglio per un bel bagno in un’affascinante spiaggia, dove l’estate è regalata dall’inversione degli emisferi. Per tutti gli altri, invece, ci sono le molte tradizioni di famiglia, così (per fortuna) dure a morire.
Dunque, al netto delle partenze sulle autostrade, diventa protagonista il traffico umano delle stazioni ferroviarie, per il quale molti cittadini tornano nella terra d’origine per condividere i giorni festivi con i parenti. Ma un viaggio in treno rappresenta un’ottimale opportunità di turismo nazionale: e non soltanto nelle abituali, grandi città d’arte; si può andare alla scoperta rivelatrice di un borgo fuori dai normali canoni del flusso delle visite di massa. Protagonista per eccellenza delle alternative turistiche è sempre la stessa Regione: la Basilicata.
No, troppo scontato consigliare una meta come Matera e i suoi sassi, oramai ampiamente rivalutati. Si può invece optare per sentieri turistici ancora poco esplorati, ma altrettanto suggestivi e soprattutto scevri – come si potrebbe sospettare – da ogni difetto di isolamento. E qui scoprire un paesaggio dove gli Appennini donano un “déjà vu” morfologico dai tratti palesemente dolomitici.
E invece è piena Lucania. Tra le cosiddette Dolomiti lucane, sorge il Comune di Pietrapertosa, paesino di 900 anime, formato da stradine scoscese e dalle sue tradizionali abitazioni. Qui, la pace trova posto nei suoi coloratissimi e caldi tramonti, dietro le staglianti altezze montuose. Il sito nasce dall’antichissima presenza dei Pelasgi prima e dei Greci poi, oltre alla successiva presenza romana e quella tarda di Goti e Longobardi.
Pietrapertosa è stata altresì protagonista nella spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, in quanto noto insediamento antiborbonico tra il 1820 e il 1860. Da vedere nell’antico borgo: la quattrocentesca Chiesa di San Giacomo Maggiore, il Convento di San Francesco e il Castello Normanno, nonché l’Arabata, il più antico quartiere di derivazione saracena, e la Piazza del Plebiscito, con la sua Meridiana. La collocazione del borgo offre di praticare il “Volo d’Angelo“, grazie a un cavo d’acciaio sospeso a 800 metri d’altezza, con destinazione il vicino paese di Castelmezzano.
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