Non si sa da quando il nucleare è diventato “green” e adesso è polemica per l’assegnazione dei territori che ospiteranno le scorie.
Ad un certo punto, nei dibattimenti dei governanti dei Paesi europei, si è arrivati a conclusione che il nucleare rappresenta l’energia pulita e sicura del domani. La tecnologia è andata avanti e sembra che le nuove centrali nucleari costeranno di meno, saranno più sicure e ci vorrà meno tempo per realizzarle.
Ma il discorso scorie nucleari è tutt’altra cosa. Per quanto la tecnologia possa offrire maggiore sicurezza, le scorie non cambiano improvvisamente fisiologia, e avranno durata quasi eterna. Ecco perché la popolazione italiana è molto preoccupata, e ancora di più sono gli abitanti di alcuni Comuni.
Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco delle aree ritenute idonee a stoccare le scorie nucleari che deriveranno dagli impianti di futura costruzione.
Le aree saranno utilizzate come Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, “al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività“.
Si sta già parlando di molti territori sparsi in diverse Regioni, come la Puglia, il Lazio, il Piemonte e la Basilicata.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha fatto dichiarazioni molto chiare su quali siano i progetti per i prossimi anni, entro il 2030 e il 2050. In sostanza il Governo ha scelto il nucleare come energia green e sostenibile, scartando altre soluzioni. La volontà sembra quella di costruire non una grande centrale ma piuttosto alcune piccole centrali, perché oggi la tecnologia è avanzata e promette più sicurezza ed efficienza.
Si pensi agli Small Modular Reactors (Smr) e gli Advanced Modular Reactor (Amr), che hanno in comune due caratteristiche principali: la piccola taglia, specie rispetto alle centrali convenzionali, e la modularità, con evidenti vantaggi sia in termini di riduzione dei tempi di costruzione, sia di costo dell’investimento. Nel lungo termine, cioè oltre il 2050, anche la fusione nucleare sarà in grado di garantire un apporto alla sostenibilità del fabbisogno energetico
Ha dichiarato appunto Gilberto Pichetto rispondendo ad una interrogazione parlamentare. Ma non spiega però le conseguenze sull’ambiente dello stoccaggio delle scorie. La popolazione è già in allarme, perché diviene davvero impensabile classificare il nucleare come ecologico e sostenibile, eppure questa è la strada che si prefigura.
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