Cresce l’allarme a proposito di tentativi truffa ai danni di clienti di alcune note banche: ora è possibile riconoscere la minaccia.
Hacker e criminali organizzati sono sempre attivi sul fronte delle frodi informatiche e telefoniche. Aggiornano continuamente le loro tecniche di aggressione per provare con stratagemmi vari e truffe neanche troppo sofisticate a svuotare i conti correnti dei clienti delle banche. Anche se tutti dovrebbero aver ormai capito quanto è importante non condividere i propri dati sensibili, ci sono ancora tantissimi soggetti vulnerabili, incapaci di difendersi dal phishing.
Su dieci persona, almeno una potrebbe cascare nel tranello. Su questo contano i malintenzionati quando inviano finte email o mendaci SMS a tappeto. Tutti messaggi con un mittente che si finge l’istituto bancario del destinatario.
I tentativi di truffa ai danni dei correntisti delle banche sono diventati un grosso problema in tutto il mondo, ma negli ultimi mesi il Paese più bersagliato è stato la Germania. Non a caso una nazione dove hanno sede potentissime banche con filiali in tutto il mondo.
Sono cinque gli istituti di credito tedeschi che stanno affrontando una vera e propria tempesta di phishing. Gli hacker non fanno altro che inviare SMS ed email ai correntisti spacciandosi per la banca: con una scusa chiedono i dati personali del cliente. Per esempio annunciano che il conto è stato bloccato per un problema informatico e va riaggiornato.
E c’è ancora chi cade in simili truffe. La conseguenza? Dopo poche ore, gli sprovveduti che hanno offerto i loro dati agli hacker scoprono che il loro conto corrente è stato prosciugato. Per evitare una simile brutta sorpresa del genere è fondamentale capire come riconoscere subito gli SMS truffaldini e le email false.
Le banche coinvolte da questi attacchi sono la Postbank, la Consorsbank, la Comdirect, la Volksbank e poi una banca con tantissime filiali anche in Italia: la Deutsche Bank. Il modus operandi è molto simile.
Le email inviate per questo phishing mostrano in testata il logo della banca e in calce un link che ricalca l’indirizzo ufficiale della banca, con qualche trattino in più o parole apparentemente coerenti.
Dovrebbe essere sospetto ogni messaggio che richiede a un correntista di inserire i propri dati personali su un sito esterno o di cliccare su un link e poi compilare con informazioni sensibili un foam. Assai di rado una banca chiede informazioni personali ai propri correntisti per via telematica.
In tutti questi recenti tentativi di phishing c’è poi in dato comune: sono zeppi di grossolani errori grammaticali o di formattazione. Chi riconosce queste evidenti caratteristiche dovrà diffidare dal messaggio e quindi evitare di aprire i link e gli allegati. Ciò che si deve fare è segnalare o bloccare il mittente e poi cancellare il messaggio.
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