L’assegno di mantenimento è un argomento molto discusso quando si ha a che fare con separazioni e divorzi: ecco le novità da scoprire.
Separazioni e divorzi sono eventi che possono accadere nella vita di ogni persona. Un rapporto termina e per questo i coniugi decidono di prendere due strade separate.
In questo caso interviene però la legge che, infatti, pone alcune questioni inerenti all’assegno di mantenimento. Con il 2024 è previsto un aggiornamento che molti cittadini attendono.
Assegno di mantenimento 2024, cosa cambia con le nuove previsioni della legge
Il rimborso delle mensilità versate per l’assegno di mantenimento si può ottenere qualora il giudice decida di modificare il provvedimento attraverso due modi: diminuire l’importo oppure negare il diritto previsto in precedenza. Per evitare di attendere le lungaggini processuali, infatti, prima della causa di separazione o divorzio, il giudice stabilisce l’ammontare dell’assegno di mantenimento. Ciò riguarda la somma che un coniuge dovrà versare all’altro, ma sempre in attesa che esca la definitiva sentenza.
Si tratta in questo caso di una decisione provvisoria che sarà quindi sostituita da quella finale. La domanda inevitabile è però la seguente: cosa accade quando è previsto un importo inferiore o arriva la negazione della scelta precedente? La questione diventa retroattiva e dunque bisogna restituire l’assegno di mantenimento non dovuto.
I casi in cui è prevista la restituzione
La restituzione si verifica nel momento in cui i presupposti non sarebbero mai esistiti, da qui il dietrofront sulla vicenda. A stabilirlo è la Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 31.365 del 14 novembre 2023. Tutto ciò si rifà anche se l’assegno viene versato e in base ad un provvedimento provvisorio e allo stesso tempo urgente da parte del giudice. Il Codice Civile prevede, con gli articoli 545 e 671, l’impignorabilità e l’insequestrabilità dei crediti alimentari, ma non la loro specifica irripetibilità.
Questo significa che coloro i quali percepiscono provvisoriamente l’assegno, in caso di revoca o diminuzione, sono tenuti a restituire le somme percepite. Sarebbero state versate per un mantenimento giudicato “inesistente” e ciò vale sia per i divorzi che le separazioni. Una sentenza giudicata da molti come un cambiamento non di poco conto, anzi. La legge prende posizione, ma la scelta è comunque destinata a far discutere, per un motivo o per un altro.