Cosa fare se la domanda dell’assegno di inclusione è stata rifiutata? Nulla è perduto: gli step da seguire per non perdere tutto.
Dopo mesi di attesa da parte di moltissimi cittadini che hanno fatto i conti con le difficoltà economiche, è in arrivo finalmente un importate aiuto per chi ne ha maggiore bisogno.
Sono numerosi i contribuenti che hanno fatto richiesta per poter ricevere l’Assegno di Inclusione. Si tratta di una misura che andrà a sostituire definitivamente il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, può capitare che la domanda inviata per poterlo ricevere venga non accolta. Che cosa fare in questi casi? Prima di gettare la spugna ti suggeriamo alcuni metodi.
Cosa fare se la domanda non è stata accolta
I contribuenti italiani che ne hanno diritto possono effettuare regolare richiesta per ottenere l’Assegno di Inclusione. Questa viene fatta sul sito dell’Inps, in autonomia o recandosi presso un Patronato. Dopo aver fatto la richiesta è possibile controllare lo stato della propria domanda sul portale dell’Ente, effettuando l’accesso con SPID, CNS o CIE. La domanda potrà essere accolta, sospesa, respinta o risultare “in evidenza”. Ma vediamo che cosa fare se la domanda per l’Assegno di Inclusione non è stata accolta.
Se lo stato della tua domanda è “sospesa“, l’Inps dovrà accertare eventuali incongruenze – o meno – sulle dichiarazioni presenti nella DSU del beneficiario. In questo caso il cittadino non dovrà fare altro che attendere l’esito delle verifiche effettuati dall’Ente. Sarà infatti l’Inps a confermare la presenza di errori e difformità tra la Dsu e l’Isee del richiedente. La domanda per poter ricevere l’Assegno sarà quindi respinta. In caso contrario, se l’Inps dovesse verificare e accertare l’assenza di difformità, lo stato della richiesta cambierebbe in “accolta”. Questo perché l’Ente annullerebbe la sospensione.
Ma cosa succede se la domanda risulta essere respinta? In questo caso sono emerse delle difformità per cui l’Inps ha ritenuto di fermare l’istruttoria. Tuttavia, anche in questi casi non è finita. Il contribuente, come specificato da un messaggio Inps, potrebbe consultare la causa grazie all’accesso al dettaglio delle specifiche che motivano il respingimento della richiesta. Il contribuente potrà quindi presentare un riesame entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito. Ma non solo, perché vi è anche la possibilità per il cittadino di iniziare un ricorso giudiziario. Infine, se lo stato della domanda risulta essere “in evidenza“, il cittadino dovrà presentare necessariamente alcune informazioni. Entro 60 giorni sarà necessario presentare dei documenti giustificativi circa omissioni o difformità presenti nella domanda.