L’INPS apre alla concessione di un assegno di 850 euro: un nuovo bonus disponibile per alcuni soggetti fragili.
Quanti soldi servono al mese per vivere in modo dignitoso? Non è possibile individuare una cifra. Una somma apparentemente piccola, per esempio, può bastare per tantissimi cittadini italiani, non solo disoccupati, ma anche lavoratori stipendiati e pensionati, per poter pagare l’affitto, la spesa e le bollette. Quando però la persona ha bisogno di spendere anche per la propria salute e l’assistenza privata (infermieri, badanti, collaboratori domestici), la cifra minima deve per forza crescere.
Il welfare nazionale deve quindi preoccuparsi di aiutare tutti coloro che hanno bisogno di un sostegno economico per poter arrivare a fine mese, ma anche coloro che oltre alla povertà affrontano situazioni di disagio fisico, morale e sociale. Laddove lo stato di povertà implica anche problemi legata alla salute, all’adeguata e continuata assistenza dei soggetti più fragili, lo Stato ha infatti il dovere predisporre più incisive misure volte a promuovere un sostegno economico.
Gli aiuti devono innanzitutto promuovere la dignità e l’autonomia. Quando i soggetti da tutelare sono anziani, entrano poi in gioco anche l’inclusione sociale, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità della popolazione anziana. Il nuovo Governo crede che la popolazione anziana in stato di povertà debba essere aiutata anche tramite l’accesso a strumenti di sanità preventiva e di telemedicina a domicilio.
850 euro al mese: la domanda da fare all’INPS
Il nodo fondamentale è l’assistenza, soprattutto per migliorare la condizione di vita dei soggetti e promuovere il contrasto all’isolamento e alla deprivazione relazionale e affettiva. Una delle strategie migliori è la promozione della coabitazione solidale domiciliare (senior cohousing). In alternativa, si parla di coabitazione intergenerazionale (cohousing intergenerazionale).
Il Governo si rivolge quindi soprattutto alle persone anziane non autosufficienti. Soggetti fragili che presentano gravi limitazioni o perdita dell’autonomia nelle attività fondamentali della vita quotidiana e del funzionamento bio-psico-sociale.
Tali limitazioni sono valutate sulla base delle indicazioni fornite dall’ICF, cioè la classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute promosso dall’OMS (l’Organizzazione mondiale della sanità). L’obiettivo è quello di arrivare a un miglioramento delle migliori condizioni di vita della persona anziana presso il proprio domicilio.
Aiuto sociale: i requisiti
Lo Stato ha così promosso un nuovo bonus di sostegno alle persone anziane non autosufficienti: tutti questi soggetti possono richiedere all’INPS un aiuto fino a 850 euro mensili.
Tutti gli anziani in situazione di difficoltà economica, con priorità data a soggetti con patologie croniche, possono dunque richiedere una prestazione universale da richiedere tramite via telematica all’INPS. Questo bonus è erogabile sotto forma di trasferimento monetario ed è esente da imposizione fiscale. Il bonus si articola in due quote. La prima quota fissa monetaria corrispondente all’indennità di accompagnamento, e poi la seconda, integrativa, che lo Stato definisce come assegno di assistenza.
L’assegno di assistenza corrisposto dall’INPS si presenta come un bonus da 850 mensili. Una somma utile per pagare i servizi di cura e assistenza svolti da badanti e lavoratori domestici. Ma non solo. La stessa somma può anche valere per rimborsare i costi di servizi forniti da imprese qualificate. Parliamo quindi dei tanti interventi di sanità preventiva presso il domicilio che possono essere effettuati dagli enti pubblici e privati accreditati.
La nuova prestazione sarà attiva in via sperimentale dal primo gennaio 2025 al 31 dicembre 2026. L’INPS riconosce il bonus, previa espressa richiesta da parte dell’interessato, alla persona anziana non autosufficiente. I requisiti sono un’età anagrafica di almeno 80 anni, un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un ISEE non superiore ai 6.000 euro.