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Economia

Amore finito, ma c’è una tassa da pagare

Published by
Ilaria Macchi

Dover gestire un amore finito può essere pesante sul piano psicologico, ma lo è anche sul piano economico. Occhio alle tasse.

Quando si è innamorati, anche se non c’è stato un matrimonio, non si può che desiderare che un rapporto possa durare per sempre. A volte, però, non sempre questo può accadere, a volte possono sorgere motivi insormontabili che possono portare due persone a dirsi addio, arrivando a pensare che quella possa essere la soluzione migliore per entrambi.

La fine di un amore può generare grane dolore – Foto: Ecodibasilicata.it

Riuscire a riprendersi quando un amore è finito può non essere semplice, nella maggior parte dei casi è necessario mettere in conto un periodo che può essere definito quasi come un vero e proprio lutto visto che si deve costruire una nuova esistenza senza il partner. Ognuno ha il suo tempo per riuscire a ricominciare, non ci si deve fare un cruccio se la fase di sofferenza può durare più del previsto.

Occhio alle tasse in caso di amore finito

Superare un amore finito può essere pesante e può portare a trascorrere diverse giornate in preda alle lacrime, atteggiamento che può essere più che naturale per le persone che sono maggiormente emotive. Una situazione simile porta però a dover affrontare anche una serie di pratiche burocratiche spesso sgradevoli da sopportare, soprattutto perché si avrebbe voglia di dedicarsi a tutt’altro.

In caso di divorzio è necessario cercare di arrivare a un accordo economico, che può però essere snervanti, in modo particolare se si è in presenza di un mutuo cointestato. C’è però anche un altro aspetto da prendere in considerazione, a cui molti potrebbero non avere pensato ma che è importante ricordare. Il riferimento è a una delle tasse più odiate, l’IMU: chi dovrà pagarla?

L’assegnazione della casa coniugale influirà sul pagamento delle tasse – Foto: Ecodibasilicata.it

Nella maggior parte dei casi, soprattutto se si hanno figli minori, l’abitazione resta al coniuge più vulnerabile sul piano economico. L’idea alla base di questa regola è quella di ridurre il più possibile i disagi ai bambini, ma allo stesso tempo anche di non creare problemi a chi non ha uno stipendio così elevato.

Per quanto riguarda l’imposta sugli immobili, questa non è dovuta per l’abitazione principale, per questo resta da capire come debba essere considerata quella in cui viveva la famiglia prima della separazione. L’unica eccezione è data dalle proprietà che sono considerate come di lusso, ovvero di categoria catastale A/1, A/8 o A/9, in questo caso è necessario provvedere al pagamento, ma usufruendo di un’aliquota ridotta, che consente di avere una detrazione di 200 euro.

Se l’immobile è considerato di lusso, non si può quindi evitare di pagare l’IMU, che spetta al coniuge a cui è stata assegnata la casa, anche se la proprietà è dell’altro coniuge.

Ilaria Macchi

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