Alzheimer, si avvicina il giorno in cui saprai tutto, molti anni prima. Un test quasi infallibile ci dirà tutto o quasi.
Forse sarebbe meglio non saperlo, se non abbiamo le cure per affrontare il problema. Ma sia come sia pare che la diagnosi quasi certa avverrò ben prima della cura, avvisandoci del nostro destino. La notizia è che un giorno ormai molti prossimo saremo in gradi di capire se avremo l’Alzheimer. E a rivelarcelo sarà un semplice test del sangue prescritto dal nostro medico.
Una ricerca svedese ha sperimentato un esame efficace nel 90% dei casi. Un modo di diagnosticare l’Alzheimer significativamente più accurato dei metodi correnti. I risultati dello studio rappresentano l’ultima tappa nella ricerca di metodi convenienti e accessibili per diagnosticare una malattia che colpisce 32 milioni di persone. Si avvicina dunque il giorno gli esami del sangue di routine per il deterioramento cognitivo saranno controlli di assistenza primaria, diffusi come le mammografie, gli esami della prostata o per la prevenzione contro i tumori.
Lo studio svedese utilizza un esame del sangue per individuare la proteina tau che si forma in grovigli nel cervello delle persone con Alzheimer e fornisce la valutazione più accurata della patologia.
Gli esperti ritengono tuttavia che gli esami del sangue dovrebbero essere utilizzati solo per le persone con perdita di memoria e altri sintomi di declino cognitivo, non per chi è sano solo per capire in anticipo se avrà l’Alzheimer, almeno fino a quando non sarà trovata una cura efficace, se non definitiva.
L’Alzheimer può iniziare a svilupparsi 20 anni prima di mostrarsi, ma a volte la demenza non si sviluppa o le persone muoiono prima per altre cause. Un test precoce potrebbe avere una ragion d’essere se gli scienziati trovassero farmaci in grado di ritardare o arrestare l’Alzheimer in persone che ancora non evidenziano problemi cognitivi. Quando i test verranno perfezionati gli esami del sangue dovrebbero essere eseguiti solo dopo aver somministrato test che valutano la memoria e le capacità di pensiero
La ricerca svedese ha riguardato 1.200 pazienti con problemi di memoria lievi. Circa 500 si sono rivolti ai medici di base mentre il resto ha cercato cure specialistiche. I medici di base che pensavano che i pazienti avessero l’Alzheimer erano in errore il 36% delle volte. E quando pensavano che i pazienti non si fossero ammalati, la diagnosi era errata nel 41% dei casi. Gli specialisti della memoria si sbagliavano nel 25% dei casi quando hanno ritenuto che i pazienti fossero afflitti da Alzheimer e nel 29% quando pensavano che non lo avessero.
L’esame del sangue del test dei ricercatori svedesi ha sbagliato nel 10% dei casi. L’accuratezza è stata massima nei pazienti che avevano già progredito verso la demenza ed era leggermente inferiore nei pazienti con deterioramento cognitivo lieve.
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