La Quota 41 potrebbe non essere mai approvata, lanciato l’allarme sulle pensioni: la situazione si fa complicata.
Il tema pensione tiene ancora banco a seguito della proposta fatta dal leader della Lega Matteo Salvini. Il vice Premier ha manifestato la possibilità di una precisa riforma delle pensioni, Quota 41, ma la sua definitiva approvazione potrebbe non verificarsi mai.
Per i lavoratori e le lavoratrici è sempre più complicato uscire dal mondo del lavoro in anticipo e la soglia per la pensione di vecchiaia non è semplice da raggiungere. Per tale ragione Matteo Salvini ha pensato ad una riforma per concedere ai professionisti una pensione adeguata e lasciare lo spazio ai giovani.
La proposta del vice Premier sembra a forte rischio a seguito di quanto emerso dall’audizione del presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps, Roberto Ghiselli, alla commissione di controllo degli enti previdenziali in merito ai conti dell’ente nazionale, che passerebbero da un attivo patrimoniale di 23 miliardi del 2023 ad un passivo di 45 al 2032.
I conti Inps mettono a rischio Quota 41
Il problema dei conti Inps riguarda una “piramide demografica rovesciata”, con poche nascite e molti anziani. Entro il 2025 gli over 65 sarebbero il 35% dell’intera popolazione e i flussi migratori, ha spiegato Ghiselli, non sarebbero sufficienti a garantire sostegno alla previdenza.
La bassa natalità sta riducendo da anni il numero di lavoratori più giovani, mentre quello dei pensionati continua a salire. Il rapporto tra lavoratori e pensionati palesa il rischio di non rendere più possibile l’erogazione di assegni adeguati a coloro in quiescenza. Inoltre alla situazione dei conti Inps si affianca quella dell’Italia, che rende ancora più difficile una nuova riforma delle pensioni in sostituzione alla legge Fornero.
La proposta della Lega consisterebbe nell’opportunità offerta ai lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. La misura però costerebbe 5 miliardi nel 2025 e 9 miliardi a regime, cifre elevate che costringono ad apportare dei correttivi. Per tale ragione c’è l’idea di estendere a tutti i lavoratori, a condizione che l’assegno venga calcolato con il metodo contributivo. Una soluzione che molti potenziali beneficiari non andrebbero ad accettare.
Lo scenario dunque è molto complicato, anche se Quota 41 sarebbe una vittoria per la Lega e la maggioranza. D’altra parte non ci sono le risorse adeguate per procedere al momento, considerando anche che l’Italia è un Paese che spende tanto nella previdenza, circa il 16% del PIL.