Olio extra vergine d’oliva, maxi truffa nella Capitale: comprato dai ristoratori e servito ai tavoli

Nella Capitale è stata rilevata una maxi frutta legata all’olio extra vergine d’oliva. Ecco chi riguarda e cosa è importante sapere.

Negli ultimi tempi, soprattutto per via dei tanti rincari, il costo dell’olio extra vergine d’oliva è salito alle stelle, portando a cercare sempre varianti più economiche ma comunque sane.

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Rilevata truffa sull’olio extra vergine d’oliva nella capitale (ecodibasilicata.it)

Un problema che non riguarda solo le famiglie ma anche i ristoratori. E che a Roma ha portato a una maxi truffa che riguarda oli per nulla salutari, rischiosi per la salute e dichiarati come extra vergine. Scopriamo cosa è merso dall’indagine dei NAS e cosa è bene sapere.

Maxi truffa per l’olio extra vergine d’oliva: cos’è successo nella capitale

I NAS hanno scoperto che nella capitale decine di ristoratori facevano uso di un olio di semi miscelato con clorofilla e beta carotene, spacciato illegalmente per olio extra vergine d’oliva. Si tratta di quella che è stata soprannominata la maxi truffa dell’olio extravergine, che riguarda non solo i tanti ristoratori che hanno l’hanno acquistato, ma anche chi lo ha prodotto e venduto loro.

Quest’olio miscelato sembra avere odore e sapore neutri ma anche effetti nocivi sulla salute. Motivo per cui sono partite le indagini con successiva denuncia di frode in commercio per i produttori e con ricettazione per i gestori dei ristoranti. Tra quelli coinvolti ci sono infatti gastronomie e ristoranti che si trovano a Fontana di Trevi, a Testaccio, a Fiumicino, a Trastevere, Ai Castelli Romani e vicino al Senato. Inoltre sembra che ben due supermercati avessero messo in vendita suddetto olio.

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Rilevata truffa sull’olio extra vergine d’oliva nella capitale (ecodibasilicata.it)

Secondo i ristoratori scoperti, l’errore sarebbe stato di chi lo ha venduto a loro, spacciandolo per buono. Molti hanno infatti dichiarato di non conoscere la verità e di essersi fidati sulla parola della qualità dell’olio, acquistandolo per via del prezzo estremamente basso. Una scusa che, per quanto plausibile, non è comunque accettabile. Soprattutto perché è risaputo che un buon olio extra vergine d’oliva non può costare solo tre euro al litro e che esistono ormai metodi di tracciatura per risalire alle filiere e per constatare l’effettiva origine e salubrità del prodotto, nonché quelli considerati migliori.

Quello della vendita di oli extra vergine d’oliva miscelati con sostanze anche tossiche è un problema sempre più diffuso e per il quale ci sono diverse indagini in corso. La speranza è che tutti i casi vengano scoperti e puniti per legge. E tutto al fine di disincentivare quella che sembra quasi diventata una moda e che può essere particolarmente pericolosa per soggetti allergici e, più in generale, per tutti i consumatori.