Rottamazione, cattive notizie

Poche illusioni sulla possibilità di nuove rottamazioni, almeno nel breve periodo. Per i debiti pesanti ci sono altre soluzioni

Ci sarà davvero una rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali? Dopo la conferma della proroga alla quinta rata della rottamazione quater (che dal 31 luglio è slittata al 15 settembre) il Governo ha dato il via alla riforma della riscossione. Cancellazione dei debiti inesigibili e stop al rimborso fiscale per chi ha debiti sono solo due delle novità che riguardano la riscossione la cui riforma, tra l’altro, prevede anche l’allungamento della rateizzazione delle cartelle fino a 120 mesi (in modo graduale nei prossimi anni).

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Avere debiti crea non poca ansia – Foto: Ecodibasilicata.it

Troppe previsioni sbagliate

A ridosso della pubblicazione del decreto, però, sono cadute tutte le speranze che nel 2024 possa esserci una rottamazione quinquies e neanche la possibilità di rientro nella definizione agevolata per i decaduti della rottamazione quater. Vediamo le novità. Il Ministero dell’Economia ha spazzato via le ultime speranze di una nuova sanatoria: “Non sono allo studio misure volte a riaprire i termini della Rottamazione quater ovvero ad estenderne l’ambito di applicazione al 2023”.

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Il governo non sembra propenso a fare sconti – Foto: Ecodibasilicata.it

Nel breve periodo, quindi, l’unica possibilità di sanare i debiti rimane nelle mani di chi ha aderito alla rottamazione quater ed è riuscito a non decadere dal beneficio. Nessuna nuova sanatoria è all’orizzonte, per ora (anche se la speranza rimane accesa per qualche possibilità nel 2025), anche perché il Ministero, ovviamente, punta a una riforma a lungo termine del sistema di riscossione italiano. Le novità introdotte dal decreto Riscossione prevedono il discarico automatico delle cartelle esattoriali con debiti inesigibili dopo 5 anni, una misura che renderà, dal 1° gennaio 2025, praticamente inutile intervenire con periodici “saldo e stralcio” dei debiti.

Debiti, quali soluzioni restano

Quello a cui si punta con la riforma è rendere più agile e snello il sistema di riscossione in Italia e anche allungare i tempi dei piani di dilazione punta a questo obiettivo. L’allungamento fino a 120 mesi avverrà in maniera graduale, prevedendo già dal 2025 piani rateizzabili in 84 mesi, nel biennio 2027/2028, invece, si potranno saldare i debiti in 94 rate, che diventeranno 108 nel biennio 2029/2030. Solo a partire dal 2031, poi, si potrà richiedere una rateizzazione in 120 rate, oggi previste solo per i piani di dilazione straordinaria (laddove la rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare).

I passi avanti per andare incontro ai contribuenti che hanno debiti con il Fisco, anche se non arriva una nuova rottamazione, sono previsti: piani di rateizzazione più lunghi e discarico automatico dei debiti che non possono più essere riscossi. La cosa che va considerata, però, è che si tratta di misure che agiscono sul lungo periodo e le casse dello Stato, invece, sono perennemente a caccia di risorse (che una nuova rottamazione darebbe in tempi più brevi).