Lavorare da pensionati, quale sarà in nostro futuro

Le previsioni per il futuro degli italiani non sono rassicuranti. Forse saremo costretti a lavorare anche dopo la pensione.

Un tempo si andava in pensione molto prima rispetto ad oggi e si riusciva a vivere dignitosamente con l’assegno mensile dell’Inps. La situazione negli ultimi anni è cambiata in maniera drastica. Non si esclude che in futuro saremo costretti a lavorare anche dopo essere andati in pensione.

pensioni, previsioni per il futuro
In futuro non potremo mai riposare/Ecodibasilicata.it

Attualmente l’età pensionabile nel nostro paese è di 67 anni. Per accedere alla pensione di vecchiaia, dunque, bisogna aver compiuto almeno 67 anni. Oppure, chi ha maturato un buon numero di anni di contributi o appartiene a categorie specifiche, può sfruttare alcune misure di prepensionamento.

In Italia è possibile anche tornare a lavorare dopo la pensione. Eccezione fatta per Ape sociale e per le pensioni a Quote – Quota 100, Quota 102 e Quota 103 – le altre misure previdenziali sono compatibili con il lavoro. Tuttavia, la maggior parte delle persone che accede alla pensione a 67 anni, desidera solo riposare dopo una vita di fatiche.

In futuro, probabilmente, non riposeremo mai. Secondo le previsioni degli esperti, non è da escludere che tra qualche anno il lavoro dopo la pensione diventi la norma o, addirittura, un obbligo. 

Lavorare anche dopo la pensione: ecco cosa ci attende

Le casse dell’Inps non passano un buon periodo. A dire il vero sono anni che l’Inps è in modalità “riserva” ma negli ultimi anni la situazione è stata aggravata dal pesante crollo delle nascite che ha travolto l’Italia. In futuro è probabile che chi è già in pensione dovrà tornare a timbrare il cartellino.

i pensionati dovranno tornare a lavoro
Tra qualche anno chi è in pensione dovrà tornare a lavorare/Ecodibasilicata.it

In Italia aumenta il numero delle persone anziane in età da pensione mentre diminuisce progressivamente il numero dei nuovi nati. E’ stato stimato che, nel giro di 20 anni, vi saranno più di 2,5 milioni di nuovi pensionati contro 6 milioni in meno di persone in età di lavoro. Infatti, nell’arco di una generazione, si è passati dal picco storico di 1,1 milioni di nati del 1964 ai 379mila del 2023.

Di conseguenza, nei prossimi anni, si prevede a ragion veduta che  saranno sempre meno le persone giovani che verseranno i contributi nelle casse dell’Inps. Mentre saranno sempre di più gli assegni previdenziali che l’Inps dovrà erogare. E’ evidente che il meccanismo non può funzionare e che tutto il sistema rischia di crollare. Cosa fare per evitare il crollo dell’Inps?

Le strade da seguire, secondo gli economisti, sono essenzialmente due: aumentare l’età pensionabile e consentire ai pensionati di tornare a lavorare in modo che ricomincino a versare i contributi. Questo meccanismo potrebbe anche funzionare ma fino ad un certo punto perché se gli anziani in pensione torneranno a lavorare, le aziende non assumeranno i pochi giovani che ci saranno i quali, di conseguenza, potrebbero decidere di trasferirsi all’estero.